STANIMIR MINEV – PER ME IL BALLO E’ UNO STILE DI VITA
Dalle ceneri del passato nacque il nostro nuovo gruppo. È proprio per questo che abbiamo scelto una fenice come logo della nostra associazione, per ricordarci da dove siamo venuti ed evitare di commettere gli stessi errori. Il nome RITMIKA, invece, simboleggia il ritmo che ci unisce quando balliamo, che fa battere i nostri cuori all’unisono senza distinzione di età, provenienza, interessi.
Stanimir Georgiev Minev, nasce il 13 aprile 1968 nella città bulgara di Bobovdol. Dal 1971 al 1982 vive nel paese Profesor Ishirkovo, dove muove i primi passi di danza folkloristica sotto la guida del coreografo Stoil Enchev. Motivato dall’amore per la danza, nel 1982 decide di trasformare il suo hobby in una professione. Seguono cinque anni nella Scuola Nazionale di Coreografia, nella capitale Sofia. Dopo aver prestato servizio militare, lavora come ballerino dal 1990 al 1997 presso Ensamble Varna ed Ensamble Dobrudja. Nel 1993 fonda una scuola di danza per bambini nella città di General Toshevo. Nel 1997 si trasferisce in Italia e da allora vive a Milano.
All’inizio del 1997 ho deciso di lasciare la Bulgaria. Non avevo intenzione di stare lontano dalla mia patria, dalla mia famiglia e dagli amici a lungo. Sono partito con l’unico obbiettivo di lavorare all’estero per mettere da parte un po’ di denaro e cucire i costumi dei bambini della mia scuola di danza. Era un periodo difficile, mi sentivo in colpa a chiedere aiuto ai genitori, alcuni di loro facevano già sacrifici perché i loro bambini potessero ballare. Non ricevevamo nessun aiuto statale, tutto veniva fatto in nome della causa che ci univa. Persone fantastiche e bambini fantastici. Con la mia professione non potevo sperare di realizzarmi all’estero. Avevo un cugino che da anni viveva a Milano con la sua famiglia, quindi partii anche io per Milano. Mio cugino mi aiutò, guadagnai il denaro per il quale ero venuto, ma in Bulgaria ormai non era rimasto nessun bambino da vestire e sono rimasto a Milano. È stata un’esperienza dolorosa e traumatica. Vedere come la vita che fino a quel momento hai avuto va in fumo, accettare che non farai più quello che ami e per cui hai investito tempo, salute e denaro; è un’esperienza che non auguro a nessuno.
Passarono anni. Parlando con un conoscente nacque l’idea di creare un gruppo di danze bulgare a Milano. Rimase solo questo, un’idea. Non funzionò. Un anno dopo, un secondo tentativo, questa volta andato a buon fine: il gruppo “Nashenzi”. In poco più di tre anni da un piccolo gruppo di entusiasti diventammo trenta persone. Dai passi base passammo a vere e proprie coreografie. Acquistammo costumi tradizionali di scena e iniziammo ed esibirci in diversi spettacoli. C’è un detto bulgaro che dice “Troppo bene non porta bene”. È quello che successe con il nostro gruppo. Una storia spiacevole che sarebbe interessante approfondire in altra sede, ne parlo solo perché è strettamente relazionata alla nascita di “Ritmika Folk Lab”. Insieme a una ventina di personе decidemmo di ricominciare da capo. Registrammo l’Associazione Bulgara per lo Scambio Culturale e fondammo “Ritmika”. Dalle ceneri del passato nacque il nostro nuovo gruppo. È proprio per questo che abbiamo scelto una fenice come logo della nostra associazione, per ricordarci da dove siamo venuti ed evitare di commettere gli stessi errori. Il nome RITMIKA, invece, simboleggia il ritmo che ci unisce quando balliamo, che fa battere i nostri cuori all’unisono senza distinzione di età, provenienza, interessi. Mettiamo al primo posto il divertimento e il piacere derivante da ciò che facciamo: per questo siamo un “folk lab”, un laboratorio dove mischiamo un cocktail di danza, canto, musica e tanta allegria, il tutto accompagnato da duro lavoro e sudore, ma ne vale la pena.
Esistiamo da soli due anni, ma abbiamo già accumulato una lista di esibizioni e concerti abbastanza consistente. Oltre a essere saliti sul palco su invito di varie associazioni e istituzioni in Italia e all’estero, siamo orgogliosi dei due concerti che abbiamo organizzato. Nel 2017 abbiamo anche partecipato al programma televisivo “Cantando Ballando” in occasione della puntata dedicata al 3 Marzo, la festa nazionale bulgara. Abbiamo presentato i nostri balli e canti, abbiamo mostrato la bellezza dei nostri costumi folkloristici e abbiamo fatto conoscere agli spettatori alcuni dei segreti della cucina bulgara. Per la prima volta un gruppo bulgaro ha messo piede davanti alle telecamere di un canale televisivo italiano, per ben 40/50 minuti, e se questo non è un certificato di qualità allora non so cosa lo è.
Perché tutto questo sia possibile sono necessari duro lavoro e dedizione. Facciamo tre classi alla settimana, una parte di esse dedicata alla realizzazione di coreografie per le nostre esibizioni e l’altra allo studio dei “horo”, i balli folkloristici bulgari. Abbiamo sia classi per principianti che per chi ha già un livello più avanzato. Cerchiamo di dare la possibilità di unirsi a noi a tutti coloro che vogliono scoprire la magia del nostro folklore. Tutti sono benvenuti, le nostre porte sono aperte metaforicamente e fisicamente. Non importa l’età, le abilità o la nazionalità. Scherzando, a volte dico che non è ancora nata una persona alla quale non posso insegnare a ballare. Questo mi porta piacere, mi fa sentire realizzato e soprattutto mi rende felice. Per me il ballo è uno stile di vita. Difficilmente si può provare un’emozione più grande e piacevole di quella che provo io quando alla fine di un concerto vedo gli occhi dei miei ragazzi e ragazze stracolmi di orgoglio, felicità e soddisfazione. È indescrivibile. Quando, poi, a ballare sono i bambini è pura magia.
Per il secondo anno consecutivo, in collaborazione con la Scuola Bulgara P. Iavorov a Milano, organizziamo un corso di danze bulgare domenicale anche per i più piccoli. Per il momento i nostri piccoli ballerini stanno mostrando i passi imparati solo agli eventi organizzati dalla scuola stessa, ma abbiamo iniziato a preparare costumi di scena anche per loro. Non è lontano il momento in cui avranno la possibilità di esibirsi davanti a un pubblico più ampio. Ci impegnamo a offrire loro le stesse opportunità ed esperienze che hanno i loro coetanei in Bulgaria e che abbiamo avuto noi adulti prima di emigrare. Non è facile, ma i sogni sono fatti per questo, per essere realizzati.
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