DANIELE INDACO – LA MIA SCELTA É STATA UN ATTO DI VOLONTÁ A LUNGO PENSATO
Daniele Indaco lo abbiamo conosciuto 20 anni fa a Sofia. Di padre italiano e madre bulgara, in breve si è affermato sotto il profilo professionale: consulente e imprenditore con una capacità notevole di sviluppare idee e progetti.
Come è avvenuta la tua scelta di tornare e cercare le tue radici bulgare?
La mia scelta é stata un atto di volontá a lungo pensato. Sono di origine bulgara da parte di madre e quindi nella mia infanzia ho avuto continui momenti di vicinanza con la cultura bulgara pre-regime di cui mia madre mi rendeva partecipe ancorché in quegli anni i contatti con la famiglia rimasta imprigionata in Bulgaria siano stati discontinui e non sempre agevoli.
Sei nipote di Vasil Radoslavov (1854-1929), che è stato primo ministro della Bulgaria tre volte – dopo l’abdicazione di Alexander I Battenberg e durante la Prima guerra mondiale. Ti senti legato con la storia, il presente e il fututo della Bulgaria?
Mi sento consapevole e responsabile dell’ereditá politico-culturale di un ramo bulgaro della mia famiglia che é stata per 3 decenni tra le famiglie guida della Bulgaria che, dopo 500 anni di dominio Ottomano, ha riconquistato la sua libertá nel 1878 ed a ricominciato a muovere i suoi primi passi incerti nel contesto geopolitico dei balcani ed europeo, complesso ed instabile. Oltre a Radoslavov anche il bisnonno Todor Djebarov é figura di primo piano della storia bulgara ed é stato un membro della prima Assemblea Costituente dell’appena nato Principato di Bulgaria che otterrá la sua indipendenza solo nel 1908. Egli é stato anche il promotore dello spostamento della capitale della Bulgaria da Veliko Tarnovo a Sofia.
Appena dopo gli avvenimenti del 1989 che hanno riportato la Bulgaria nel solco della Democrazia partecipata, mi sono impegnato a riprendere i contatti con la famiglia rimasta in Bulgaria ed a supportare la Bulgaria nel suo cammino in svariati modi, sia nel mondo della cultura, sia delle relazioni internazionali e sia in termini professionali ed imprenditoriali. Per questo motivo ho chiesto ed ottenuto la cittadinanza bulgara. Dopo quasi 20 anni che frequento la Bulgaria, e pochi meno da quando mi sono stabilito a Sofia, sono soddisfatto sotto il profilo professionale dei risultati ottenuti ma non molto su quello istituzionale. Per il futuro ho sempre il cuore aperto e sono pronto a mettermi a disposizione sia della Bulgaria che dell’Italia.
Sei stato consulente di sucesso a Parigi e a Genova. Adesso sei consulente a Sofia. Negli ultimi anni tanti imprenditori italiani hanno aperto aziende in Bulgaria. Quali sono i motivi?
L’arrivo degli imprenditori italiani in Bulgaria non é una novitá: lo spirito italiano é da sempre proiettato verso l’esterno e pronto a migrare per cogliere nuove opportunitá e conquistare nuovi mercati. Per la Bulgaria in particolare i principali motivi per le aziende italiani sono di natura economica, a causa di una fiscalitá ridotta e di un basso costo dei fattori della produzione. Ci sono anche grandi aziende italiane che sono qui per partecipare ai bandi derivanti dai programmi europei o per gestire dalla Bulgaria il ponte verso altri paesi extra-UE.
Sicuramente la Bulgaria, in ambito europeo, vanta svariati presupposti interessanti per l’attrazione degli investimenti esteri.
Viaggi molto spesso fra l’Italia e la Bulgaria. Come sono cambiate Sofia e Milano negli ultimi 10 anni?
Sofia si é praticamente rigenerata passando dal degrado architettonico, sociale ed economico ad una cittá cosmopolita. Il nuovo aeroporto, le tre linee della metropolitana, il continuo espandersi del piano urbanistico e la facilitá di viaggiare intervenuta con i voli low-cost hanno favorito questo cambiamento. La trasformazione é ancora in atto ed é in accelerazione e le premesse sono ottime: la gente é accogliente, la micro criminalitá quasi inesistente, la gioventú sana e gli spazi verdi sono quasi illimitati ed a portata di tutti. Per l’attrazione delle giovani leve, la movida é fruibile a basso costo e la cultura é dappertutto nella capitale, soprattutto la musica.
Milano é sempre Milano. Un simbolo della moda, del design e del buon gusto. La mia impressione é che Milano, in controtendenza con buona parte dell’Italia, ha saputo mantenere il suo ruolo guida che si è rafforzato negli ultimi anni. A Milano hai sempre l’impressione che ci sia qualcosa che bolle in pentola e che sei al centro di uno snodo importante per la cultura e la finanza europea e mondiale.
Hai aperto e gestito tre ristoranti italiani a Sofia. Hai dei nuovi progetti nel settore della ristorazone? Dove è più facile gestire un risorante, in Bulgaria o in Italia?
Ho avuto un solo ristorante a Sofia per tre anni, il Barbarossa; gli altri due sono stati brevi fuochi fatui spentisi a pochi mesi dalla nascita per ragioni del contesto di business sfavorevole. Il Barbarossa nei primi due anni é diventato uno dei ristoranti piú frequentati di Sofia. I nostri clienti erano il ceto medio bulgaro, che viaggia in Italia e sa cosa cercare, con prevalenza di intellettuali, professionisti di ogni settore e personale delle ambasciate. Questa avventura é finita ed ora ho aperto a Genova, sempre con lo stesso chef ovviamente, Marco Gargiulo. Il motivo é che probabilmente preparo il mio rientro in Italia.
In merito a dove é piú facile gestire un ristorante la mia risposta é: in Italia.
Qui in Bulgaria non esistono sufficienti garanzie per una gestione di impresa virtuosa, sia nel diritto sia nella burocrazia e sia negli organi di controllo. Il capitalismo é ancora ai suoi inizi e mostra piú i sui difetti che i suoi pregi. Questo aspetto é comprensibile e col tempo l’ambiente migliorerá!
Spendo una parola per la cucina bulgara che é in netta ripresa, sempre piú dimentica del periodo delle mense socialiste ed in recupero delle sue migliori ricette e tradizioni pre-regime.
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